Ma i ricreatori… ricreano ancora ?

Ma i ricreatori… ricreano ancora ? 2024-06-14T10:20:55+00:00

I ricreatori comunali sono istituiti allo scopo di preservare dall’ozio e dal vagabondaggio gli allievi maschi delle civiche Scuole popolari generali e cittadine intrattenendoli durante le vacanze e durante le ore in cui non hanno lezione, nei locali dei ricreatori con esercizi ginnastici, con giuochi ricreativi, col lavoro manuale, con lezioni di canto e musica, con letture, con il teatro, eventualmente con la ripetizione delle materie scolastiche, ecc in modo da promuovere la loro educazione fisica, morale ed intellettuale. Sono ammesse anche passeggiare ricreative nei dintorni di Trieste sotto la guida e la sorveglianza dei docenti addetti ai ricreatori.”

Cap 1 – Art 1 dello Statuto dei Ricreatori Comunali
approvato dalla Delegazione municipale del 27.1.1908 (N°4631/08-VI)

La banda sul campo del ricreatorio nel 1947

Sono passati più di cent’anni. Tanta acqua sotto i ponti. E decine di migliaia di ragazzi nel campo del “Giglio Padovan”, primo ricreatorio di Trieste.

I ricreatori sono sempre là. Parecchi sono stati ristrutturati, qualcuno è stato chiuso, molti sono stati quasi integrati nel sistema scolastico con le attività del S.I.S. (servizio integrativo scolastico) a fare la parte del leone.

Noi speravamo che la celebrazione del centenario (nel 2008) fosse un’occasione per una riflessione sul ruolo dei ricreatori. E’ vero o no che sono in declino? Se sì perchè? Sono catastrofisti quelli che -come noi, vecchi ex allievi- li vedono ridotti a dei doposcuola per bambini delle elementari ?

Dove sono finiti i ragazzi di 13, 14, 15 anni? Basta passare davanti ad un “ricre” e dare un’occhiata. Di “grandi” ce ne sono ben pochi. Quei pochi giocano a calcio!

Che si sia persa una grande occasione per fare il punto della situazione? In verità qualcosa fu fatto tanti anni fa e si pensò principalmente a come ridurre le spese “visto che non producono utili al Comune” come decise– era il 1980 o giù di lì – la giunta comunale. Recentemente si è fatto qualcosa di buono azzerando praticamente le tariffe per la frequenza.

I Ricreatori ancora ci sono ma il nome “RICREATORI” rispetta la loro funzione ? Ricreano veramente ? Ricordiamo come il Toti (come pure Borgo San Sergio) non sia più un “ricre” ma un PAG (polo di aggregazione giovanile) cioè un contenitore per iniziative musicali, culturali, sociali per il giovani (?) dai 14 ai 35 anni. E il Saba (quello vicino al vecchio palasport) non esiste più da tempo.
Il loro ruolo è stato soppiantato da altre istituzioni, da altre associazioni. C’è ancora la banda ? Anzi, una volta, le bande ? Del Padovan, del Brunner, del Toti del Gentilli ? E lo sport ? Ci sono i i campionati di basket ? Dei maschi grandi, delle femmine grandi, dei maschi piccoli, delle femmine piccole come si soleva chiamarli ?
E i tornei di ping pong, e le piccole olimpiadi ? E il concorso teatrale?

L’impressione è che i Ricreatori abbiano seguito di pari passo lo scadimento dei programmi ministeriali dell’istruzione. Il regolamento ne è la fedele rappresentazione. L’appiattimento ai desiderata dei genitori. Chi ha il coraggio di cercare di convincere le mamme che per il figlioletto è molto meglio correre in Ricreatorio, giocare un po’ a ping pong, un po’ a pallavolo, a basket, con un salto “a banda”, tra una partita di scacchi ed una chiacchierata con gli amici. Anche quando c’è un po’ di vento e con il pericolo d’insanguinarsi le ginocchia sul “saliso”?

Di tanto in tanto spuntano progetti “alternativi” per rilanciare i “ricre”, per aumentarne la frequenza. Ma durano “l’espace d’un matin”. Come questo (pag,1 e pag.2 del dépliant illustrativo) del 1999. Basterebbe invece riproporre la banda, le olimpiadi, i campionati sportivi…

Quanti di loro s’incontreranno ancora tra 20, 30, 40 anni ricordando i bei tempi del “ricre”? Ricorderanno forse i bei doposcuola con il S.I.S., le sfide alla playstation, i corsi di computer seguiti con entusiasmo?
Chissà…

Noi ricordiamo ancora le gite, i saggi, le partite infuocate, le sfide, le litigate, le “fidanzatine”, le prodezze di quel giorno speciale… Già, ma noi siamo di un’altra generazione.