La villa neoclassica

La villa neoclassica 2024-07-25T10:06:35+00:00

La sede del ricreatorio

La sede scelta fu la neoclassica villa ex Padovan, con un tratto di retrostante terreno di 1700 metri quadrati che veniva acquistata con un contratto di data 15 aprile 1907 per 140.000 corone dal Comune di Trieste.

Gli allievi schierati davanti al pronao (circa 1920)

La mappa dell’Archivio di Stato del 1860 dove si vede bene l’estensione della villa.

La grande campagna che arrivava fino a via della Tesa molti anni dopo venne divisa ed intersecata da nuove vie tra le quali quella che di Giglio Padovan prese il nome.

La villa fu costruita nel 1840 da Francesco Camin per conto dell’industriale e negoziante Francesco Padovan conciatore e fabbricatore di pellami la cui ditta fu continuata poi dai figli Domenico e Giglio e durò fino al 1889. Nel 1897 i figli di Domenico (residente a Milano) vendettero la villa. L’acquistò la ditta “Samaya & Co.”. C’era ancora molta campagna.

Nel 1905 l’acquistò il barone Sesller-Herzinger, di una famiglia di grandi possidenti minerari e industriali siderurgici di Leoben in Stiria. Però non l’abitava, abitando in via Cavana. E presto la vendette.

Rara immagine della villa con il suo orto (circa 1860).

Questa signorile casa padronale è improntata all’esterno da un artistico neoclassicismo. La facciata sulla strada oltre ad un piano terra ha due piani con una breve sopraelevatura al centro del tetto ed è abbellita da due colonne doriche, collegate da un archetto, addossate al muro nella parte centrale dell’edificio. Ogni piano ha cinque finestre, il primo piano ha lateralmente aggiunte due nicchie ove stanno due statue che rappresentano la musica e il teatro, una porta la lira, l’altra una maschera. La facciata interna, che guarda verso il campo giochi, ha un pronao di otto colonne doriche poggianti su un alto zoccolo di pietra. Sul frontone vi è stato inciso nel 1919 “AMA L’ITALIA SIMBOLO DI LIBERTA’ E GIUSTIZIA”.

Per cinque anni fu il Ricreatorio di via delle Sette Fontane. Poi nel 1913…

All’interno l’edificio constava di un piano terra, di un primo e secondo piano con sette vani per uno sviluppo complessivo di 400 metri quadrati. Al piano terra il ricreatorio ospitava una sala per la banda, una sala lavori maschili e modellismo, traforo, pirografia, incisione se vetro. Al piano superiore la direzione, la sala lavori femminili, la stanza giochi liberi, un salone con annesso teatrino. Queste ultime due stanze ospitavano due tavoli di ping pong e tre tavoli di calcetto. Vi era inoltre una sala musica. In un piccolo edificio accanto alla villa era stata ricavata una sala gioco con tennis da tavolo. (testo tratto dalla pubblicazione di Lucio Franzoni nel 1958, vedi sotto)

Nel 1822 la zona dove sorgerà la villa dei Padovan e poi il ricreatorio era ben lontana dalla città.


Chi vuole saperne di più basta che legga la pubblicazione : La villa ora ricreatorio “Giglio Padovan” / Lucio Franzoni 
Trieste : Giuliana, 1958  7 p. ; 25 cm.

Nota: Estr. da: La porta orientale. – N.3-4 (1958)  Localizzazione copie: 1 – CMSA FL MISC. 2303 [CMSA16561], Civici Musei Storia Arte